N. 1-2012 (Peer review)
Prima Parte: La governance ambientale, a cura di Pierluigi Petrillo;
Seconda parte: Scritti vari.
Il numero è strutturato in due parti: la prima, dedicata alla “governance ambientale”; la seconda, comprende tre contributi su tematiche diverse: in materia di diritto del lavoro (Aniello Meroni); di criminalità globalizzata (Andrea Apollonio); di diritto tributario (Fabio Saponaro). La prima parte è curata da Pier Luigi Petrillo ed è dedicata alla “governance ambientale”. Questa prima parte tratta aspetti internazionali della “governance” ambientale e trova un precedente nel numero 2.2011 della rivista, dedicato alle energie rinnovabili, a cura di Pietro Maria Putti e Antonella Castelli, che si occupa di aspetti giuridici e tecnici rispetto al contesto nazionale. Esiste una best pratice nel governo dell’ambiente? E cosa deve intendersi con l’espressione “governarne ambientale”? Quali le conseguenze giuridiche del Protocollo di Kyoto di cui sempre più spesso sentiamo parlare? Ed è possibile un governo internazionale dell’ambiente e delle politiche ambientali? A queste domande gli autori (Petrillo, Bassu, Scepi, Sileoni) cercano di dare delle risposte. Pier Luigi Petrillo si occupa del problema rispetto al Canada (ma pensando all’Italia); analizza in primo luogo come si è evoluta la definizione giuridica del concetto di “ambiente”, evidenziando il ruolo svolto dalla giurisprudenza costituzionale italiana. Partendo da questo dato, l’Autore prende in esame la normativa del Canada in materia ambientale, tratteggiando gli elementi che ne caratterizzano la governante e sviluppando una riflessione comparata tra l’ordinamento canadese e quello italiano. In conclusione l’Autore evidenzia come le due caratteristiche della normativa canadese in materia ambientale (quello della partecipazione e della verifica dell’impatto ambientale delle norme) potrebbero ben essere introdotte nell’ordinamento italiano. Il contributo di Carla Bassu riguarda gli Stati Uniti dove, più che altrove, le scelte strategiche relative alla tutela dell’ambiente si inseriscono in una complessa dinamica che pone in contrapposizione la salvaguardia del patrimonio naturale e i forti interessi economici degli attori industriali. L’analisi delle scelte di governance ambientale e del corpus normativo di settore dimostrano con tutta evidenza come, negli Stati Uniti, le ragioni dell’economia abbiano fino a ora prevalso sulle esigenze di tutela ambientale. Nel corso degli ultimi anni,sostiene Giovanni Scepi nel suo articolo, il concetto di ambiente, ed in particolare di biodiversità, ha subito una rapida e costante evoluzione. Il processo di evoluzione della governance ambientale é in continuo divenire ed assistiamo oggi ad una nuova fase, aperta negli anni duemila, in cui si assiste all’ulteriore ampliamento dell’orizzonte, all’integrazione di concetti preesistenti, alla creazione di nuove teorie quali quella della biocultural diversity. Il tutto in attesa del nuovo summit globale Rio+20 (2012) che potrebbe segnare l’inizio di un’ulteriore fase del diritto internazionale dell’ambiente.
L’articolo di Serena Sileoni esamina la legislazione e la governance di due paesi stranieri, Francia e Spagna, in tema di individuazione e gestione dei parchi naturali, indagando in particolare il rapporto tra protezione dell’ambiente e quello di sviluppo economico, concentrato sul tentativo del legislatore di bilanciare lo sfruttamento equilibrato del patrimonio naturale esistente con la preservazione del bene ambientale-paesaggistico. La scelta dei paesi comparati segue due diverse motivazioni: la Francia è utile strumento di comparazione perché dimostra piuttosto felicemente l’evoluzione legislativa dalla tutela dell’ambiente in senso statico alla tutela in senso dinamico, attraverso una diversa concezione del parco naturale. La Spagna, invece, è stata scelta per l’affinità del tipo di governo regionale con quello italiano e presenta delle novità in materia di governance ambientale degne di considerazione.
La seconda parte di questo numero comprende contributi su tematiche diverse (Apollonio, Merone, Saponaro). Lo scopo della legge n. 183/2010 è incrementare l’efficienza dei tribunali di lavoro e, parallelamente ridurre il numero delle controversie pendenti. A tale scopo il legislatore ha promosso un tentativo di conciliazione facoltativo, in luogo del precedente obbligatorio e condizione di procedibilità della domanda giudiziale, e diversi modelli di arbitrato irrituale. Secondo Aniello Merone, tuttavia, gli strumenti scelti dal legislatore non solo non rispondono agli obiettivi, ma determinano margini di confusione interpretativa. In particolare, il potere dispositivo delle parti appare sopraffatto dall’introduzione di una disciplina processuale così stringente, laddove alcune norme appaiono chiaramente inadeguate a perseguire lo scopo deflattivo del contenzioso in materia di lavoro. Inoltre, particolare interesse desta l’apertura, per i giudizi arbitrali, alle decisioni secondo equità (integrativa), nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento e dei principi regolatori della materia, anche derivanti da obblighi comunitari. Il contributo di Andrea Apollonio riguarda l’analisi del crimine organizzato che non può oggi essere scissa dalle dimensioni globali che esso ha assunto. All’interno di questo contesto, occorre evidenziare il ruolo e la lungimiranza delle mafie italiane: esse sono state pioniere nell’assalto all’economia globale, e possono ben dirsi prototipi perfetti di mafie transnazionali. L’accumulazione di ricchezza è in questo caso il frutto delle contraddizioni sistemiche del capitalismo globale: dall’impiego di tecnologie elettroniche di pagamento che rendono sempre più difficile distinguere la natura dei capitali in trasferimento all’eccessiva liberalizzazione dei sistemi finanziari. Fabio Saponaro interviene sulla tutela del contribuente. La solidarietà passiva ricorre quanto più debitori sono tutti obbligati per la medesima prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all’adempimento per la totalità e l’adempimento da parte di uno libera gli altri, salvo il diritto del debitore escusso di ripetere nei confronti degli altri l’importo da essi rispettivamente dovuto. La solidarietà tributaria, sebbene trovi fondamento nell’art. 1292 c.c., presenta delle particolari peculiarità in relazione alla natura pubblicistica del rapporto obbligatorio d’imposta. La ricerca esamina l’evoluzione dell’istituto giuridico in ambito tributario, con illustrazione della dottrina e della giurisprudenza in materia.