N. 2-2013 (Peer review).
Agenda digitale dell’Umbria; economia e salute in BRIC; UE e modelli di governance; editoria elettronica; voto elettronico; class action; conservazione dei documenti informatici; le risorse umane digitali; e-procurement.
La prima parte di questo numero raccoglie contributi su diversi argomenti: problemi di “governance” e fondi strutturali della UE; verso la stampa digitale; la conservazione a norma dei documenti informatici; le risorse umane digitali; class action; il voto elettronico. Nel suo articolo (Principi comunitari per lo sviluppo di modelli di governance) Paolo Pastore focalizza gli strumenti ed i principi condivisi in ambito comunitario ed ispirati al tema della coesione regionale, dando particolare rilevanza, in particolare, ai temi della sussidiarietà, della rappresentanza e della governance che rappresentano i pilastri su cui si basa la politica di coesione regionale finalizzata allo sviluppo di modelli di governance integrata. Si sottolinea che una politica di coesione e di elaborazione di modelli di governance non può esistere senza l’attuazione dei principi di sussidiarietà e di rappresentanza, richiamati nel Trattato di Lisbona quali principi fondamentali. E’ infatti attraverso questi ultimi che le regioni Obiettivo Convergenza possono elaborare strategie di sviluppo e l’unico canale attraverso il quale possono operare è il contesto europeo. Con questo scritto l’Autore suggerisce l’opportunità di rivalutare l’importanza delle variabili politiche e della leadership tra i fattori esplicativi della capacità innovativa e del rendimento delle istituzioni pubbliche, specie in quei contesti - come molte regioni del Mezzogiorno - in cui i processi di cambiamento sono spesso costellati di ostacoli e forti resistenze interne. Il finanziamento pubblico all’editoria: problematiche comuni alla editoria di tipo analogica e alla editoria elettronica: è il tema dell’articolo di Riccardo Severi (I finanziamenti pubblici all’editoria. Carta stampata e la nascita dell’editoria digitale). Attorno alla legge dell’editoria, e specificatamente ai contributi pubblici, fin dalla sua prima entrata in vigore si è dispiegato un ampio e vivace dibattito parlamentare ed extraparlamentare. È un argomento spinoso, che contrappone prevalentemente gli addetti ai lavori (editori, giornalisti, grafici e poligrafici, distributori, stampatori, edicolanti etc. che in sostanza compongono tutta la filiera) e, potremmo azzardare, l’intera cittadinanza che in tempi di crisi, di antipolitica, di scandali anche recenti che hanno coinvolto quotidiani politici e sull’onda dell’esplosione dei social network e del citizen journalism, non vede di buon occhio l’erogazione di contributi pubblici all’Informazione che non è in grado di mantenersi da sola. La necessità dello Stato italiano, in tempi di crisi, di ridimensionare negli anni il sostegno economico all’intero comparto editoria, e rendere più rigorosi i criteri di accesso ai contributi, ha portato alla legge 16 luglio 2012, n.103 che ha provato a fare ordine sulle modalità di erogazione dei fondi ed ha introdotto molte novità, tra cui il concetto di editoria digitale ed il suo sostegno. In una amministrazione digitale come operano i dipendenti “digitali”? A questa domanda, Giampaolo Teodori (Le risorse umane digitali nella Pubblica Amministrazione) risponde considerando il tema nell’ambito del percorso di rinnovamento della Pubblica Amministrazione italiana, rinnovamento che passa necessariamente attraverso la revisione degli assetti organizzativi e la nuova mappatura delle professionalità. La digitalizzazione delle procedure importa per ciascuno dei differenti settori della P.A. esigenze di revisione delle capacità del personale soprattutto in relazione alle tematiche della sicurezza informatica e della privacy. L’articolo, partendo dallo status quo dello sviluppo tecnologico, delle caratteristiche strutturali e delle carenze economiche finanziarie delle PA, vuole rappresentare i trend della evoluzione informatica delle competenze del personale e del conseguente necessario rinnovamento dei profili e delle funzioni.
Nell’amministrazione digitale una funzione rilevante sotto il profilo giuridico, archivistico e tecnologico è la problematica della conservazione a norma dei documenti informatici. Franco Ruggieri affronta questo argomento (Creare un documento informatico va bene, ma come conservarlo?) considerando quanto è stato realizzato da enti di normazione come ETSI, UNI, UNINFO,ISO. Di democrazia elettronica si parla sempre di piu’ ed in particolare il voto elettronico è argomento di particolare attualità (Il voto elettronico). Antonio Aventaggiato affronta il tema del voto elettronico quale sistema innovativo che consente la possibilità di esprimere il proprio voto facendo ricorso all’utilizzo delle tecnologie più avanzate con l’obiettivo di far avvicinare il corpo elettorale ad una nuova prospettiva di espressione del voto. Dalle prime sperimentazioni, condotte agli inizi del 2000, fino ad oggi, questo sistema di votazione ha suscitato notevole interesse e dato l’avvio a discussioni ancora aperte prevalentemente legate ai protocolli, ovvero i software di implementazione di tale sistema di votazione.
Sulla “class action” Meghi Biasco ( La class action pubblica quale mezzo di recupero di efficienza nelle Pubbliche Amministrazioni: ulteriori considerazioni su Tar Basilicata, 23.9.2011, n. 478) approfondisce una serie di aspetti sulla scorta della sentenza del Tar Basilicata, pronuncia innovativa in merito al “diritto all’uso delle tecnologie” nei rapporti con le amministrazioni pubbliche.
La seconda parte della rivista comprende il testo di due Project work presentati e discussi al termine del Master universitario di primo livello “Governance, Management, eGovernment delle Pubbliche Amministrazioni” (diretto da Donato A.Limone, Università telematica Unitelma Sapienza,Roma); e di una tesi di laurea specialistica discussa presso la LUISS di Roma. Alfredo Festa è l’autore del primo project work ( Agenda Digitale: il percorso della Regione Umbria a confronto con altre realtà regionali). Per superare la crisi economica e per preparare le economie dei membri dell’UE ad affrontare meglio le sfide del prossimo decennio, la Commissione europea nel 2012 ha promosso la strategia Europa 2020, la cosiddetta Agenda digitale europea (ADE). Il fine principale è di conseguire benefici socio-economici con l’obiettivo di raggiungere un “mercato” digitale unico costruito con internet superveloce e con applicazioni interoperabili. Dall’ADE alla Agenda Digitale Italiana e alle agende regionali. Il lavoro presenta il caso dell’Umbria a confronto con i casi di altre regioni italiane. L’altro project work (L’eProcurement quale strumento di innovazione nell’attuazione dell’eGovernment) è stato realizzato da Michele Melchionda. L’e-Procurement è uno dei principali strumenti per vincere la sfida del governo elettronico. Per tale motivo si farà riferimento al framework per le acquisizioni sviluppato ed attuato nell’ambito dell’Amministrazione Corte dei conti, framework che non pone al centro il fattore economico, considerandolo non condizionante rispetto alle scelte delle acquisizioni da effettuare, salvaguardando la determinazione del fabbisogno reale e l’esame delle alternative attuabili per rispondere a tale bisogno. Di Beatrice Blasio pubblichiamo la tesi presentata a conclusione della laurea specialistica (Health Budgetary allocation in BRIC countries: has their economic boom contributed to an improvement in the quality of Human Life?). Nel corso degli anni, i BRIC hanno raggiunto una straordinaria crescita economica tanto da diventare le maggiori “locomotive” dell’economia mondiale. Tuttavia, i dati riguardanti le loro politiche in materia sanitaria non sono altrettanto favorevoli tanto che ciascuno dei paesi BRIC sembra aver imboccato direzioni diverse nell’ambito dell’accesso universale a servizi sanitari di qualità. Pertanto, l’obiettivo di questo lavoro è quello di indagare se i BRIC si stiano attivando per assumere un ruolo di guida non solo nell’ambito economico ma anche sociale. I BRIC sono dunque analizzati in relazione a tre diverse prospettive. La prima sezione si concentra sull’analisi del sistema sanitario esaminando la spesa pubblica di ciascun dei BRIC. La seconda parte analizza le malattie che rappresentano le maggiori cause di mortalità nel mondo per valutare l’eventuale correlazione tra queste e quelle che ricevono i maggiori finanziamenti da parte di ciascun BRIC. La terza e ultima parte si concentra sul ruolo dei BRIC come players nel settore sanitario globale. In conclusione, il documento dimostra che i BRIC ricoprono il ruolo attuale di paesi emergenti non solo per il fenomenale boom economico raggiunto ma anche per il loro prezioso contributo nell’ambito della sanità. Nonostante questo, la strada da percorrere è ancora lunga prima che questi riescano a raggiungere le condizioni di salute delle economie sviluppate.