N. 3-2019.
Parte prima: Intervista a Giovanni Buttarelli.
Parte seconda: Sicurezza, Sanità, Diplomazia digitale, Tutela dei dati personali, Assicurazioni, Procedimenti informatici, Tecniche di normazione, Strade intelligenti, Burocratese.
Q uesto numero della rivista chiude l’anno 2019 ed è strutturato in due parti: la prima, dedicata a Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati personali; la seconda parte comprende scritti su diversi argomenti.
Gli eventi della prima parte sono: la relazione tenuta dall’amico Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati, tenuta al convegno Dig.eat Ancorc del 2019 ( 30 maggio 2019, Teatro Eliseo, Roma); si tratta credo dell’ultima relazione di Buttarelli prima della sua scomparsa (20 agosto 2019). Con la pubblicazione della registrazione di questo intervento la Rivista ed io, in particolare, intendiamo onorare la memoria di Giovanni Buttarelli e ricordare il suo impegno (in Italia e in Europa) su di un tema di particolare rilevanza ed attualità istituzionale, politica, sociale, economica e tecnica. Con Buttarelli personalmente ho molto dialogato sul tema (in privato: avevamo l’abitudine di vederci da soli a pranzo almeno ogni sei mesi per fare il punto della situazione; ed in pubblico: seminari, convegni, ecc.) dalla fine degli anni 80, con diverse posizioni sull’argomento (in sintesi, Buttarelli più impegnato sulla tutela dei dati personali e chi scrive più attento agli aspetti di libera circolazione dei dati). Con la relazione del 30 maggio 2019 le nostre posizioni si sono quasi “fuse” (oggi dovremmo partire dalla libertà di circolazione dei dati per garantire tutela e protezione agli stessi dati). È stata l’ultima battuta che l’amico Gianni mi ha lasciato dietro le quinte del Teatro Eliseo: un riconoscimento della mia posizione fatta dal Garante europeo e la chiarezza di una nuova prospettiva avviata dallo stesso Buttarelli a livello della Unione. Ringrazio l’avv. Andrea Lisi per l’autorizzazione alla pubblicazione della registrazione.
La seconda parte della Rivista comprende contributi su diversi argomenti:
- Digital diplomacy: la rivoluzione digitale e la politica internazionale (Wanda D’Avanzo). Oggi, i nuovi social media hanno assunto le vesti di veri e propri centri di potere. Questo nuovo modello di comunicazione ha una funzione strategica per sviluppare reti e relazioni tra i diversi attori sociali. Un esempio, tra i più recenti, di diffusione dei nuovi media digitali è dato dalle attività di diplomazia cd. digitale. Molte istituzioni diplomatiche hanno implementato l’utilizzo delle tecnologie, aprendo nuovi canali di dialogo e d’interazione con gli utenti, come nuova strategia capace di influenzare anche la gestione delle relazioni politiche tra le nazioni.
- Cyber–AntiSec 2020 Report di Sicurezza - Anno 2019 (Edoardo Limone)
Ogni anno il nostro Paese viene colpito da un’elevata numerosità di attacchi informatici. Della maggior parte di questi non viene tenuta traccia, altri vengono pubblicizzati sui giornali mentre altri ancora sono commentati dagli stessi hacker che li lanciano. Questo documento rappresenta un osservatorio dell’andamento delle azioni di hacking compiute dagli hacker nei confronti di aziende private e istituzioni.
- Sanità 4.0. La sfida per un sistema sanitario sostenibile e inclusivo (Enzo Chilelli). Una buona sanità è indice di qualità della vita dei cittadini e segnale visibile del grado di sviluppo economico e civile. Investire nel Servizio Sanitario Nazionale è una scelta strategica del nostro Paese poichè tutta la filiera della salute produce oltre l’11% del PIL ed è la più grande opera pubblica che l’Italia ha messo in campo dal dopo guerra in poi. Un ottimo esempio di ‘made in Italy’ che tutti ci invidiano, uno dei pochi servizi nazionali in assoluto di tipo universalistico. Per continuare a garantirlo a tutta la popolazione occorre accettare la sfida della riorganizzazione e del supporto tecnologico.
- Riflessioni informatico-giuridiche su strade intelligenti, veicoli automatici e connessi (Arianna Maceratini). L’Internet of Things (IoT) esprime il fenomeno di oggetti di uso quotidiano capaci di interagire fra di loro e con gli utenti, sviluppando le potenzialità insite nella Rete in direzione di innovative applicazioni delle informazioni provenienti dall’ambiente. Dall’IoT deriva, oltre ad un aumento dei dati trasmessi on line, la nascita di inediti rischi per la privacy, determinata dalla proliferazione, dall’incrocio e dall’avanzata interpretazione dei dati che conducono alla pressoché automatica identificazione di profili individuali. A livello di mobilità, si può tratteggiare la transizione dai sistemi di Infotainment Auto verso sistemi di automated/connected car che prevedono la connessione ad internet sia dei veicoli tra loro, sia tra questi e il contesto infrastrutturale. L’introduzione dei veicoli di nuova generazione comporterà l’avvio di nuove dinamiche di minaccia alla privacy e muterà, altresì, la differente implicazione ed il grado di responsabilità dei soggetti interessati, tanto quanto le posizioni degli stakeholder. Viene, pertanto, rilevata, la necessità di un’attenta considerazione giuridico-normativa del fenomeno in questione, nonché l’esigenza di un quadro unitario di riferimento a livello transnazionale che, tenuto conto della pluralità dei soggetti coinvolti, ed al di là dell’aderenza a modelli di sviluppo meramente commerciali, effettui un equo bilanciamento degli interessi in gioco, nella primaria garanzia dei diritti fondamentali della persona.
- How the internet changes information structure (Tiziana Croce). L’innovazione tecnologica cambia il modo in cui l’informazione viene prodotta, distribuita e utilizzata; il monopolio di fatto da parte delle thecnology compagnies impedisce il controllo dei contenuti informativi e della loro veridicità.
- La missione del settore assicurativo nelle politiche di welfare (Antonio Coviello, Carmine d’Antonio e Giovanni Di Trapani). La necessità di contenere il disavanzo e il debito pubblico, anche a seguito dei cambiamenti nella struttura demografica della popolazione italiana, sta ridimensionando il ruolo dello Stato nel campo della previdenza sociale. La recente riduzione radicale dei fondi italiani per le politiche sociali in Italia introduce una seria ed approfondita riflessione sul futuro della previdenza sociale per la popolazione, soprattutto per chi non è autosufficiente. La ricerca condotta e presentata in questo lavoro mira a contribuire all’avanzamento delle conoscenze sulle coperture assicurative nel settore del welfare. In un contesto caratterizzato da una contrazione delle risorse destinate alle politiche sociali, il futuro del Welfare del settore assicurativo è cruciale: è un settore caratterizzato da forti interdipendenze e da una governance multilivello. In questo contesto, il processo decisionale e strategico è un processo complesso, con meccanismi di governance interconnessi tra attori pubblici e privati.
I risultati ottenuti confermano che gli strumenti assicurativi rappresentano uno dei più efficaci strumenti di quantificazione, controllo e riduzione del rischio a vari livelli, con benefici e vantaggi per gli assicurati. Queste considerazioni portano, quindi, a ritenere che il settore assicurativo potrà svolgere anche in futuro un ruolo trainante nel sostenere l’azione dello Stato su molteplici aspetti, anche attraverso una sinergica cooperazione pubblico-privato (in una logica Win-Win), che deve essere sostenuta, liberando fondi pubblici e migliorando la gestione delle risorse private.
- La semplificazione dei processi (Paolo Cefarelli, Laura Tana). In questo contributo sono esposti i primi risultati di una ricerca condotta presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale sulla semplificazione dei processi dalla Regione Campania. Svolta su un campione di tre “Processi di attuazione” legati ai programmi finanziati dai Fondi strutturali (FESR, FSE e PSR), il principale obiettivo della ricerca è stato quello di individuare le azioni per la semplificazione e la riduzione dei tempi di attuazione.
- Le trasformazioni del procedimento amministrativo attraverso il percorso di digitalizzazione. Incertezze giurisprudenziali e prospettive metodologiche verso la reingegnerizzazione dei processi decisionali della pubblica amministrazione (Santo Gaetano). Le peculiarità relative ad un procedimento amministrativo gestito interamente da un sistema informatico per mezzo di un algoritmo richiede preliminarmente alcune considerazioni sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione quale momento di miglioramento dei servizi resi ai cittadini. Infatti le sentenze del Consiglio di Stato sottolineano le opportunità fornite dalle nuove tecnologie evidenziando gli “indiscutibili vantaggi derivanti dalla automazione del processo decisionale dell’amministrazione mediante l’utilizzo di una procedura digitale”. Il Consiglio di Stato, prima qualificando l’algoritmo quale atto amministrativo informatico ma limitandone l’utilizzo all’attività amministrativa vincolata e poi estendendone la legittimazione del suo utilizzo anche all’attività discrezionale, sembra consacrare un modello di pubblica amministrazione automatizzata che ricorre a strumenti innovativi, come algoritmi e software, in un’ottica di efficienza ed economicità dell’agire amministrativo. In tal senso l’affidamento ad un elaboratore elettronico dello svolgimento non solo di attività amministrative vincolate, caratterizzate da mera attività di classificazione automatica, ma potenzialmente anche di attività discrezionale, è considerato come una doverosa declinazione dell’art. 97 Cost. Tuttavia lo sfruttamento delle opportunità fornite dalle nuove tecnologie comporta un ridisegnamento dei modelli organizzativi e decisionali: occorre ridisegnare le funzioni, le attività e le procedure amministrative, in una parola occorre una generale “reingegnerizzazione” dei processi decisionali. Ciò comporterà anche un ripensamento delle categorie generali e delle nozioni classiche del diritto amministrativo, prima fra tutte quella dello stesso procedimento amministrativo che dalla tradizionale struttura sequenziale, attraverso il polimorfismo strutturale dei procedimenti digitali, assurge a sistema dinamico trasparente e partecipato di atti e dati.
- Intervento penale e trattamento dei dati nel mondo digitale (Antonino Cristallino). La materia del trattamento dei dati personali risente inevitabilmente dell’evoluzione scientifico-tecnologica che consegna all’operatore del diritto nuovi fenomeni da disciplinare compiutamente. La dimensione transazionale delle problematiche applicative, connesse all’utilizzo degli strumenti della società informatica prima e digitale dopo, ha richiesto risposte europee unitarie diretta ad armonizzare la disciplina dei singoli ordinamenti, garantendo un uniforme standard di tutela. In tal senso, si pone il GDPR, per la cui attuazione si è reso necessario introdurre il d.lgs. n.101/2018, che ha ridisegnato l’intervento penale in materia di protezione della privacy. La nuova disciplina, che, accanto alla modifica del reato di illecito trattamento dei dati personali, da sempre fulcro del sistema, modifica le incriminazioni limitrofe e introduce nuove figure di reato, segna la definitiva consapevolizzazione della duplice natura della privacy, non più circoscrivibile allo ius excludendi alios, in quanto presenta una dimensione relazionale, funzionale, dinamica, che richiede un adeguato intervento legislativo diretto a bilanciare le esigenze sottesa alla riservatezza con la necessaria circolazione ed il necessario trattamento dei dati.
- Tecniche di normazione nell’era del digitale (Daniele Perugini). La norma, espressione del processo decisionale, deve rispondere a principi costituzionali, a specifiche disposizioni e a regole del nostro ordinamento garantendo, tra l’altro, chiarezza, pubblicità e comprensibilità da parte dei destinatari diretti e indiretti del provvedimento. La produzione normativa - che da sempre tende a rispettare regole stilistiche di redazione - è stata progressivamente supportata da tecniche e strumenti di normazione che si avvalgono sempre più delle tecnologie informatiche. Più di recente, grazie ai progressi degli studi sull’Intelligenza Artificiale e di quelli di altre scienze, come quelli dell’economia comportamentale, si stanno aprendo nuovi scenari in un contesto interdisciplinare complesso di cui la moderna Società dell’Informazione ormai non può più fare a meno. Il percorso richiede tuttavia attente valutazioni e non è esente da critiche, ma le potenzialità già in parte palesate lasciano intuire rapidi sviluppi anche nell’ambito delle tecniche di normazione.
- (Dis)orientarsi nella nebbia ancora fitta del burocratese. Un caso di studio dalla Regione Campania (Claudio Nobili). In questo contributo sono esposti i primi risultati di una ricerca condotta presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale sulla semplificazione e riscrittura di un corpus di testi redatti dalla Regione Campania in quella varietà dell’italiano, inutilmente complicata, nota come burocratese. È stato selezionato uno dei testi e ne sono stati analizzati tre articoli principali ai livelli morfosintattico, lessicale e testuale per evidenziare i tratti che caratterizzano ancora oggi il burocratese. L’emersione di sgrammaticature contribuisce a complicare il quadro.